Critiche d'Arte

Paolo Levi Giornalista

"Claudia Piermatteo lavora con fare inquieto la sua materia cromatica, dove un’aggressività controllata dispiega un’eleganza sapiente e minuziosa. La pittrice ha la dote rara di infondere nelle sue opere una bellezza struggente, in un’armonia che addensa colori che sembrano tratti dalle variazioni tonali della natura. La sua scrittura informale è ben lontana da suggestioni romantiche, perché il suo amalgama terroso gioca sin fonicamente attraverso contrappunti di spessore non gravoso, che ricorda le discontinuità di un intonaco antico, ineluttabilmente eroso dal tempo. Sono tensioni che emergendo dalle profondità del suo spirito si dispongono sulla tela in masse di colori calibrati, assai ricchi e giocati su una scala che privilegia rossi, gialli e blu cobalto. Il bianco o il giallo si inseriscono in questo magma variegato in modo imprevisto, come sciabolate saettanti di luce. Claudia Piermatteo è un’informale calda, di matrice europea, in quanto si contrappone all’astrazione americana degli anno Ottanta, ben più cerebrale e del tutto estranea nelle intenzioni e nei fatti alla ricerca delle armonie compositive. Non è certo un fatto accidentale che, in questa giovane pittrice, coesistano due mondi espressivi e due mondi narrativi. Non si tratta di una contrapposizione di momenti separati, ma di due diversità dialoganti e strettamente intrecciate in un nesso concettuale comune. Due mondi differenti, uno implosivo e denso, l’altro dilatato e aereo che si proietta in schegge dinamicamente tese verso l’infinito, come lanciate per superare i limiti stessi del supporto. Nel primo caso le agglomerazioni materiche si collocano in uno spazio indefinito, elaborate su uno sfondo dissonante, senza urti visivi, in quanto i contrappunti cromatici sono sempre dialetticamente plausibili, dove la tensione di brevi sciabolate di bianco o di giallo giocano armonicamente con il nero. L’esecuzione risulta drammatica, perché mostra un universo in dissoluzione, in cui gli strati della materia pittorica si sovrappongono a causa di un lento accumulo di residui lasciati indietro dallo scorrere del tempo e della storia. Ben altra situazione oggettiva esprimono le masse cromatiche in espansione : sono corpi quasi totemici, su fondi a volte monocromatici e atonali o più spesso ben elaborati in un gioco di piani che eludendo abilmente l’ipotesi di un impaginato prospettico, offrono soluzioni spaziali sorprendentemente dinamiche. In entrambi i casi, l’autrice mostra una notevole forza persuasiva, senza mai cadere nell’espressionismo astratto dove solitamente prevale una componente rabbiosa o il senso acuto del disagio esistenziale. Piermatteo si muove piuttosto in una dimensione cosmica densa di fermenti vitali che presagiscono eventi in divenire. Attraverso il linguaggio informale, l’artista ribalta il concetto di cancellazione, anche se da questa lezione ha tratto i ritmi dilatati e le stesure incise e frantumate. Riappropriandosi dello spazio e popolandolo di schegge esplosive o di materia organica feconda esprime in ogni composizione che è una spinta emozionale, determinante per la sua libertà esecutiva ed efficace per rappresentare la sua interiorità. Infine, l’utilizzo dell’invenzione polimaterica che definisce la sua sigla creativa rivela un mestiere professionalmente maturo e sperimentato e una capacità di concentrazione, come assai raramente si riscontra nel panorama contemporaneo degli artisti della sua generazione."

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